Sapevate che quello di piazza San Marco a Venezia è un orologio astronomico? Me ne sono accorta per caso, dopo esserci passata davanti centinaia di volte: le lancette, oltre a indicare l’orario, segnano la posizione dei pianeti a seconda del periodo astrale. È una delle tante coincidenze che ultimamente mi hanno portato a riflettere sul mio rapporto con l’astrologia. Dagli appuntamenti settimanali con l’oroscopo di Rome is More , alle discussioni animate con gli amici sugli effetti di Mercurio retrogrado, fino alla pioggia di meme che invade il mio feed Instagram.
Una domanda si è così insinuata nella mia testa: perché l’astrologia mi coinvolge così tanto? Per un bisogno di calmare la mia ansia esistenziale? Per l’autocompiacimento nel riconoscermi nella descrizione del mio segno zodiacale? Per mandare i meme ai miei amici e farci due risate?
D’altronde l’astrologia è diventata una vera e propria tendenza. Se all’inizio del nuovo millennio era relegata ai programmi tv e alle riviste da salone di bellezza, con la diffusione di Internet, dei social network e soprattutto di app come Co-Star, l’astrologia ha subìto un revival significativo, soprattutto tra i giovani. Insomma, chi dice di non essere dipendente dai meme a tema oroscopo mente.
Ho deciso così di parlarne con Meredith Airò Farulla, attrice teatrale e studiosa di astrologia. Non vuole che la si definisca “astrologa”, ma per me è già una guru da quando è riuscita a cogliere la mia personalità in soli cinque minuti partendo dal mio tema natale.
Quando hai iniziato a interessarti all’astrologia e come è diventata una passione?
L’astrologia ha sempre fatto parte della mia vita. La responsabile è mia madre che, fin da quando io e mia sorella eravamo piccole, ci ha sempre parlato dei segni zodiacali. Il suo interesse per l’astrologia era più che altro legato alla psicologia, per analizzare le persone in modo contemplativo e capirne alcuni comportamenti.
Io ho cominciato a studiarla in maniera più seria alle scuole superiori. La svolta vera e propria è avvenuta però con il lockdown di marzo-aprile 2020, un periodo difficile ma allo stesso tempo di profonda trasformazione. Ho così iniziato a seguire le lezioni di teoria astrologica di Simon and the stars – uno degli astrologi più conosciuti in Italia – durante il quale ho approfondito diversi aspetti del tema natale e della sua lettura.
Quando le persone vengono a sapere che sei un’esperta di astrologia, come reagiscono?
Il più delle volte mi succede che sia io ad entrare in argomento, e allora le persone mi fanno delle domande, soprattutto se sono già interessate a riguardo. Quando sentono qualcosa che parla di loro poi, si incuriosiscono ancora di più.
Un episodio curioso, per esempio, è un mio amico del Toro che inizialmente era molto scettico, poi invece si è appassionato al punto da usare l’oroscopo per selezionare i coinquilini più compatibili. Ovviamente io non sono molto d’accordo con un approccio utilitaristico all’astrologia, che può portare a giudicare le persone in maniera semplicistica senza conoscerle veramente.
È evidente che negli ultimi anni ci sia stato un vero e proprio boom dell’astrologia, soprattutto sui social network, con sempre più persone interessate a riguardo. Cosa pensi di questa piega pop che hanno preso l’astrologia e l’oroscopo?
Anche se non sono una persona che usa molto i social, i meme sull’astrologia mi arrivano e mi capita di vedere su YouTube i video di influencer come Will Woosh e Camihawke, che fanno rubriche scherzose sull’oroscopo. Queste tipologie di contenuti piacciono molto proprio perché hanno un fondo di verità. Soprattutto le nuove generazioni si stanno lasciando alle spalle vecchi schemi e scetticismi, approcciandosi all’astrologia in modo leggero. D’altronde, chi ha l’abitudine di leggere l’oroscopo evidentemente ci si ritrova e lo considera utile. Penso che questo interesse crescente sia una deriva pop di un nuovo bisogno di spiritualità: c’è chi si affida alle discipline orientali, chi a pratiche New Age e chi invece a qualcosa di più affine al mondo occidentale, come appunto l’astrologia.
Pensi che in tutto questo c’entri anche un rinnovato interesse per la psicologia?
Sicuramente siamo molto più interessati alla psicologia rispetto al passato, ci interroghiamo di più su come funzionano la mente e la psiche dell’essere umano. E, anche in questo senso, l’astrologia ha subìto un cambiamento significativo negli ultimi anni. Fino alla fine del XX secolo prevaleva un modello di astrologia più tradizionale, per certi versi più rigida, in cui ogni segno aveva caratteristiche tipiche e fisse. La nuova generazione di astrologi, invece, ha messo in discussione questa visione tradizionale, leggendo le caratteristiche che derivano da una certa combinazione di pianeti nel tema natale più che altro come potenzialità: non si tratta di confini, ma di sentieri possibili. È l’essere umano, poi, a scegliere liberamente cosa sviluppare. Del resto, nel nostro tema natale possediamo distribuita l’energia di tutti i segni, che si esprime in maniera diversa. Trovo questa visione non deterministica molto più liberatoria.
Pare che a denigrare l’astrologia siano soprattutto i maschi etero cis. Perché secondo te sono di più le donne e le persone queer a interessarsene?
Non ho una spiegazione a questo, ho una mia interpretazione personale, piuttosto occulta. Mi riconosco molto nell’idea che l’energia femminile sia più collegata a tutto ciò che riguarda la spiritualità, l’anima e l’emotività. In genere il femminile ha meno strutture mentali e paure verso ciò che non è tangibile e dimostrabile. Invece, l’energia maschile è molto più radicata in ciò che è logico e che ha delle strutture scientifiche. Ho sempre pensato che la scienza fosse qualcosa di prettamente maschile, che non vuol dire che siano solo gli uomini a occuparsene, anzi. Al contrario, si potrebbe dire che tutto ciò che non è scienza è appannaggio del femminile. La visione femminile della terra come un organismo in cui tutti siamo collegati è anche il presupposto dell’astrologia.
Ci racconti qualcosa sull’era dell’Aquario, in cui siamo entrati lo scorso dicembre?
Da quando siamo entrati nell’era dell’Aquario, scienza e spiritualità hanno cominciato ad andare verso un punto di congiunzione. Ci stiamo affacciando a un periodo che avrà un fortissimo, inimmaginabile sviluppo scientifico, senza però quella divisione dal trascendente che c’era prima, durante l’era dei Pesci. Questo perché in realtà tra i valori aquariani c’è anche quello della spiritualità intesa come un senso di appartenenza collettivo a qualcosa di superiore. L’Aquario è il segno della comunità, della collettività, del sé, però sempre all’interno di un sistema, di una rete. Per cui anche questa nuova ricerca della spiritualità, di cui parlavamo prima, ha molto a che fare più che con il singolo che parla con Dio, con una comunità che trova il suo essere divino nel fatto stesso di essere unita. Secondo me si arriverà a un punto in cui la scienza troverà spiegazione a fenomeni, come quello dell’influenza dei pianeti su di noi, che sono ancora oscuri. La nuova era aquariana, infatti, porterà visioni impreviste e non convenzionali.
Cosa pensi dell’aspetto “collettivo” dell’astrologia e delle teorie secondo cui essa possa influenzare non solo la vita dei singoli ma anche quella dell’intera umanità?
Particolarmente significative in questo senso sono le ere astrologiche, macro-periodi di circa 2.000 anni associati ciascuno a un diverso segno zodiacale. Ci siamo appena lasciati alle spalle l’era dei Pesci che, iniziata con la nascita di Gesù Cristo, è stata caratterizzata dai valori tipici di questo segno, come una forte religiosità, spirito di sacrificio, emotività e contrasto tra religione e scienza. Prima dell’era dei Pesci, segno ecumenico e cosmico, c’è stata quella dell’Ariete, che tra i suoi valori fondanti ha l’ego: infatti le divinità classiche erano personificate e, nella loro somiglianza agli esseri umani, molto capricciose ed egoiste.
Un’altra interessante lettura è quella del filosofo Richard Tarnas, che nel volume Cosmo e Psiche parla dell’influenza dei transiti planetari sulla collettività. I pianeti più lontani dal Sole – Giove, Saturno, Urano, Nettuno e Plutone – compiono il loro giro intorno al Sole molto più lentamente rispetto a quelli più vicini, come Venere, Marte e Mercurio. Ciò implica che la loro influenza agisca non tanto su un insieme ristretto di persone, bensì su gruppi molto ampi, di generazione in generazione: si tratta di pianeti collettivi, definiti anche sociali o generazionali.
Infine, hai notato dei cambiamenti nelle persone e su di te nel modo di esperire l’astrologia e l’oroscopo durante la pandemia?
Un fenomeno che ho avuto modo di osservare è stata la grande crescita del seguito di Simon and the stars e di altri astrologi. Personalmente, durante la pandemia ho trovato nell’astrologia e nella sua connessione con i ritmi della natura un modo per avere la situazione sotto controllo. È stato uno strumento per capire che tutto quello che stava succedendo aveva una spiegazione. Per esempio, il transito di Saturno in Capricorno avrebbe implicato un inasprimento delle regole, seguito dal passaggio in Aquario, che avrebbe invece segnato una nuova apertura. Quando tutto ciò si è effettivamente verificato, mi sono rassicurata e tutto ha acquisito più senso. Non dico che dietro ci sia un vero e proprio disegno, ma un meccanismo sì, un ritmo naturale che fa funzionare le cose in un certo modo. Alla fine l’astrologia è una disciplina che, come la psicologia, ci fa sentire meno soli, e forse è proprio per questo che piace così tanto.
P.S. Sì, in astrologia si scrive “Aquario” 😉
Zoe Ambra Innocenti
Foto di Lucia Buricelli