La musica dentro ai supporti: intervista a Cecilia Pedroni, curatrice dei live per Musical LOFT

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La musica dentro ai supporti: intervista a Cecilia Pedroni, curatrice dei live per Musical LOFT

In attesa dell’ultimo incontro di Musical LOFT per questo sabato 6 maggio dedicato al supporto DIGITALE, abbiamo intervistato Cecilia Pedroni per farci raccontare la sua esperienza musicale e fare due conti finali su quello che è stato questo lungo percorso di appuntamenti dedicati ai supporti della musica raccontati dai protagonisti.

> Nel 2016 hai fondato un duo, Sour Candy insieme a Lele Cavalli, com’è nato il progetto e come si orienta la vostra scelta musicale? 

Sour Candy è nato quasi per caso in un momento in cui sia io sia Lele, avevamo tanta voglia di innamorarci di un nuovo progetto musicale per dedicargli tempo e vederlo crescere. Questa è la versione romantica della storia. Quella più divertente però è questa: una mattina ho deciso di postare dallo smartphone un brano di Bob Dylan, “Make You Feel My Love” e ho scelto una cover che non era cantata da lui, e Lele che è molto preciso … per dirla in modo gentile 😀 me lo ha fatto notare … tutto è nato da quello scambio e da una serie di messaggi successivi in cui abbiamo condiviso la voglia di fare un duo acustico insieme.
 
La scelta dei brani e del repertorio è nata dall’amore per il Rock, il Soul e Rhythm and Blues, dalla voglia di rispolverare i classici con un tocco che fosse solo nostro, mischiandoli a brani più recenti ma con lo stesso sound e la stessa anima. “Life can be sour, Life can be sweet!” …Le caramelle sour mescolano il dolce e l’aspro, come noi abbiamo pensato di mescolare brani apparentemente provenienti da generi diversi, ed epoche distanti, legandoli con un invisibile filo di note e sonorità. 
 
> Come si è sviluppato il progetto musicale legato alla rassegna, e come avete costruito il progetto live per i differenti supporti?

Ogni serata l’abbiamo costruita da zero un brano alla volta, cercando di rispettare il supporto su cui questi brani scelti avevano raggiunto l’apice del loro successo rappresentato un’epoca, o segnato una generazione e le sue rivoluzioni. Abbiamo attraversato gli anni del vinile cercando i suoni vintage di quel periodo, e togliendo tutti i fronzoli non necessari a un suono che da solo può e dice tutto quello che deve, per arrivare all’eccentricità e al pop estremo degli anni 80, dei suoni synth e degli eccessi, per scivolare nel CD dove il “suono è genere”ed etichetta come mai prima…britpop, grunge, indi, ecc.
Chiuderemo con una selezione che abbraccia tutto questo percorso nell’oggi dove si campionano i fruscii, si riproducono gli strumenti vintage con un software ma a volte si spoglia un brano per farlo tornare all’origine del suo sound e groove! 
La cosa più bella è stata vedere il pubblico cambiare serata dopo serata, con un mood raccolto e con“ognuno nel suo viaggio”che ricordava le ambientazioni di Vynil nella serata del vinile [serie Tv della HBO.nda]; tavoli gettati ai lati del parterre e balli di gruppo, passi a due, grida e risate nella musicassetta, e un ascolto attento, introspettivo, raccolto e partecipato per la serata del Compact Disc. Non so davvero cosa aspettarmi per la chiusura di sabato, ma non vedo l’ora!
 
> Il progetto Musical LOFT è quasi giunto al termine, come ti è sembrata finora quest’esperienza?
 
Un format che spero ripeteremo presto, che ha fatto emergere la voglia di musica, di contenuti e di tempo passato in ambienti interessanti e culturalmente ricchi e in fermento, come lo sono l’associazione Kinodromo e il LOFT, che Bologna ha sempre prodotto, e che vorrei continuare a produrre con progetti come questo, e con l’aiuto di chi con me ha portato avanti con tanto orgoglio questo format.
 
Un viaggio bellissimo fatto della riscoperta di persone e musicisti che amo profondamente e compagni e compagne di viaggio che lo hanno reso magico. La follia e l’entusiasmo di Sonia Bregoli che mi hanno travolta dal primo momento mentre abbiamo partorito questo format in una prima versione “beta” lungo la A1 dirette all’Alcatraz per vedere Pj Harvey; Il pragmatismo di Giusy Aloee la sua capacità di avere tutto sotto controllo e di unire i puntini anche nel caos delle idee che ci vengono, senza perdere il sorriso e con una mano sempre tesa; Lele CavalliValerio Pellegri e Luca Golinelli che con me hanno fatto un percorso di 90 canzoni abbondanti in un tempo brevissimo e con una energia, una passione e tante risate che non scorderò mai.
In coda, perché è proprio vero il detto dulcis in fundo… Piefrancesco Pacoda – senza il quale davvero tutto questo non sarebbe stato possibile – per averci supportate con la sua professionalità con la sua immensa cultura musicale e per aver creduto per primo in questo progetto tanto quanto ci abbiamo creduto io e le mie socie!
 
> L’ultimo appuntamento del Musical LOFT sarà incentrato sul supporto digitale, quest’ultimo si è ormai insinuato in ogni ambito del quotidiano soprattutto per quanto riguarda l’ambito musicale; in quanto musicista cosa pensi di questo cambiamento?
 
Penso che questo cambiamento sia chiuso nella citazione di Steve Jobs che disse a sua figlia Lisa, per farsi perdonare la sua assenza di padre durante la sua infanzia: ti metterò la musica in tasca! In questa frase c’è tutto, la portabilità, la prossimità fisica, l’annullamento della fisicità dei supporti e l’opportunità di essere con la musica in tasca sempre e comunque. Per una musicista è un mezzo però, o almeno lo è per me. Senza il digitale non avrei potuto studiare tutte le scalette ovunque, in auto, in aereo, in spiaggia, camminando sotto i portici di Bologna e viaggiando l’Italia in treno in questi quattro mesi. 
Solo che poi cerco immancabilmente il supporto fisico…ancora ascolto Cd, e file audio di alta qualità, voglio il fruscio del giradischi nelle orecchie e ho un lettore per musicassette che ogni tanto si inceppa, mi fa arrabbiare, ma che io amo anche per questo!

Ora presentiamo la band che ha accompagnato Cecilia Pedroni in questi 4 incontri di Musical LOFT:
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LELE  CAVALLI 

Sono un chitarrista e bassista, che fa altro per vivere; già da bambino ero attratto dalla musica dapprima con i 45 giri di mia madre, poi con lezioni di pianoforte della zia.
A 15 anni ascoltavo già di tutto e ho iniziato a studiare da autodidatta la chitarra acustica e poi il basso elettrico. Nel 1990 ho formato i Wild Junkers con cui suono tuttora e con cui ho inciso il primo CD che mi ha permesso di suonare nei locali del nord Italia e le esperienze con Brando dal vivo a Videomusic (con Victoria Cabello) poi con Wilko Zanni dei Rats.
Nel 2000, registrando il disco “Soul Crusader” ho iniziato la collaborazione con l’ex Rocking Chairs Graziano Romani proseguita fino ad oggi e per altri 6 album. Diverse le collaborazioni dal vivo tra cui l’irlandese Andy White, i progetti acustici Pink Moon con Betty Vezzani (poi nei Modena City Ramblers) e Snow rose con Alessandra Ilari. Il presente è il nuovo duo acustico – Sour Candy – con la cantante Cecilia Pedroni.
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VALERIO PELLEGRI 

Sono compositore di colonne sonore, pianista e docente in un’accademia musicale. Ma soprattutto sono fortunato perché mi ritrovo a fare il mestiere dei miei sogni. Affascinato sin da bambino dalle tecnologie digitali e dal mondo dei suoni, ho studiato tra l’Italia e l’estero sotto la guida di alcuni dei guru Hollywoodiani come Conrad Pope (X-Men, Vita di Pi, Memorie di una Geisha, Harry Potter e la Camera dei Segreti). 
La musica è sempre stata un’esigenza, non un passatempo. La prima canzone l’ho scritta a 7 anni e da quel giorno non ho mai smesso di rifugiarmi in quel non-luogo per poter esorcizzare ed imprigionare cose che a parole sarebbero state impossibili da esprimere. Ora, con quei 25 anni in più sulle spalle, faccio più o meno la stessa cosa ma si è trasformato in un lavoro “su commissione” per altri. 
Sono infatti più di 10 anni che lavoro del mondo della composizione e del sound-design per pubblicità, film, videogames, cortometraggi. Ho avuto la fortuna di lavorare su commissione per clienti come Ducati, Juventus, Nokia, Ferrari, Woolrich, Dainese, Scuola Nazionale di Cinema di Milano, Hamilton Watches, Ion6 videogames. Attualmente sono pianista in diverse formazioni acustiche che spaziano dal Jazz al Pop, accompagnando quindi all’ insegnamento ed al lavoro svolto in studio di registrazione, un’ intensa attività live.
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LUCA GOLINELLI

Sono Luca Golinelli e nasco a Carpi (MO) nel 1978. Inizio a suonare la chitarra attorno ai 13 anni, nel momento in cui la racchetta Dunlop che utilizzavo per imitare Mark Knopfler smette di darmi soddisfazione.
 
La musica è la mia grande passione da sempre e come tale ho bisogno di uno strumento che mi permetta di comprenderla e che sia in grado di svelarne i suoi segreti. Jimi Hendrix in terza liceo è una vera folgorazione insieme a tutta la musica dei ’60 e ’70.
Poi arrivano il blues e il soul a conquistarmi definitivamente. Nel corso degli anni divento un vero onnivoro musicale, affamato sempre di nuove sonorità, tant’è che nel repertorio della mia prima (ed attuale) band, i Bersaglieri su Beirut, si trovano brani della scena punk/new wave italiana degli anni 80.
 
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Non resta che invitarvi tutti quanti all’ultimo incontro di questo sabato 6 maggio per festeggiare tutti assieme con protagonista la musica questo lungo viaggio nei supporti musicali e ricordate sempre:

Senza la musica per decorarlo, il tempo sarebbe solo una noiosa sequela di scadenze produttive e di date in cui pagare le bollette. [Frank Zappa]

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