KINODROMO@EUROPA CINEMA presenta la retrospettiva su un grande regista, Augusto Tretti, curata da Nomadica in collaborazione con la Cineteca Nazionale.
Tretti è esponente di quel cinema “autonomo” ed autarchico che purtroppo quasi scompare fra le pieghe del cinema italiano. Recentemente venuto a mancare il 7 giugno 2013 all’età di 89 anni, vogliamo omaggiarlo con una serata dedicata per scoprire il suo talento e le sue opere.
Fellini disse di lui: «Dò un consiglio a tutti i miei amici produttori: acchiappate Tretti, fategli firmare subito un contratto, e lasciategli girare tutto quello che gli passa per la testa. Soprattutto non tentate di fargli riacquistare la ragione. Tretti è il matto di cui ha bisogno il cinema italiano”
«Negli scaffaloni della cinematografia italiana, Augusto Tretti […] è difficile da collocare. Bisogna rinunciarvi. Resterà un fenomeno isolato o, peggio, da isolare» Ennio Flaiano
Al regista, nel dicembre del 2010, gli amici di Rapporto Confidenziale dedicarono un ottimo speciale: quaderno AUGUSTO TRETTI
E’ prevista la presenza in sala di Maurizio Zaccaro; produttore, regista e sceneggiatore, Zaccaro è autore del documentario che ripercorre la vista di Augusto Tretti.
Ore 21.00: IL POTERE di Augusto Tretti (Italia, 1972, 86′)
Film scomodo e anticonformista fin dalla sua presentazione al festival di Venezia del 1972, Il Potere è una rappresentazione didattica e grottesca della tirannia attraverso i secoli, dall’età della pietra ad oggi. Attraverso cinque episodi diversi che rivisitano tra l’altro l’antica Roma, il fascismo e il capitalismo moderno, Tretti obbliga lo spettatore a riflettere su un’unica verità costante: il potere, pur cambiando fisionomia ed aspetto, resta sempre nelle mani di pochi e sempre in mano agli stessi.
Questa provocazione passa attraverso una semplice, geniale intuizione: il potere opera in segreto, non si manifesta mai alle masse e prende l’aspetto di tre personaggi dalle maschere di belve. Un leone, una tigre e un leopardo, incarnano il potere militare, commerciale e agrario. Sono loro che muovono le fila della storia e si spartiscono ricchezza e privilegi, usando la paura e la repressione fisica come mezzi di coercizione. Durante i loro incontri analizzano i cambiamenti in atto nella società e decidono quale sia la strategia migliore per impedire che la democrazia o altri frivoli moti di rivolta possano minare i privilegi acquisiti.
Ciò significa che i politici e i loro simili sono solo apparentemente i detentori del potere, e ciò viene mostrato senza filtri nella sequenza in cui la maschera di Mussolini -una vera e propria caricatura di gomma del fascismo, viene gettata via da una delle tre belve, che afferma: “Oggi questi burattini non servono più. Per continuare a speculare bisogna cambiare tattica e trarre profitto dalla leggi democratiche“.
Questa tesi, radicale e beffarda rispetto all’illusione di poter cambiare qualcosa dal basso, trova il massimo della sua retorica nell’ultimo episodio che riguarda il consumismo: l’imperativo dell’epoca moderna è quello di narcotizzare le masse attraverso la stampa, la falsa cultura e la televisione. L’arte del pettegolezzo e del nulla viene elevata alla sua massima potenza per distrarre e manipolare voglie ed istinti, e qui, senza mezzi termini, Tretti punta il dito su quel pericolo che Pasolini definiva “edonismo di massa”.
“..Il potere è un’opera di poesia, che dell’assunto politico fa la base per la realizzazione di una straordinaria ’commedia dell’arte’ cinematografica, la prima, forse, commedia dell’arte che possa ricordarsi nella storia del cinema italiano” (Giannalberto Bendazzi)
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SINOSSI
Tre belve: il leone, la tigre e il leopardo rappresentano rispettivamente i poteri militare, commerciale e agrario, e dialogando tra loro dimostrano che il potere, pur assumendo fisionomie diverse nei secoli, rimane sempre nelle stesse mani. 1) Nell’età della pietra, connivente la paura, finisce nelle mani di un furbo che si fa passare per divinità del fuoco. 2) Nell’epoca romana, per vincere l’insorgente coscienza degli agrari, deve ricorrere all’assassinio del tribuno Tiberio Gracco. 3)Nell’epoca del Far West, per aumentare la propria potenza, non rifugge dal genocidio perpetrato da coloni, soldati e galeotti inglesi. 4) Nell’Italia posteriore al 1919, il potere viene arraffato dal fascismo che ottiene l’appoggio dei portafogli borghesi e la benedizione del Vaticano. 5) Nell’epoca moderna, il neocapitalismo si impone mediante il consumismo, incontrando forti resistenze popolari, vinte però grazie alle forze dell’ordine e al paravento socialista.
Augusto Tretti
Augusto Tretti (1924 – 2013). Regista, sceneggiatore e attore. Autore indipendente e personalissimo, ancor oggi poco noto al grande pubblico ma stimato da critica e cinephiles, realizza nel corso di una carriera quarantennale pochi film, ma importanti. Nel 1960-61 dirige, sceneggia e cura la fotografia di “La legge della tromba”, nel 1971 “Il potere” , nel 1985 “Alcool” ed infine “Mediatori e carrozze”. Abile direttore di attori non professionisti, attore lui stesso nei suoi film, si avvale per le musiche del contributo importante della sorella Eugenia Manzoni. E’ stato aiuto regista nel film di Federico Fellini “Il bidone” (1955).
Ore 22.45 AUGUSTO TRETTI – UN RITRATTO di Maurizio Zaccaro (Italia, 1984, 20′)
Un documentario breve su un’artista straordinario, fino ad oggi poco conosciuto e rimasto ai margini della grande distribuzione cinematografica, a causa delle sue tesi anticonformiste e provocatorie. Maurizio Zaccaro commenta così la sua opera: «Augusto Tretti, più di 60 anni. Intelligente, ironico, fantasioso, simpatico, pungente, autore di cinema forse troppo pungente forse un po’ scomodo. Quattro film in tutto. Vive da solo nella sua casa sul Lago di Garda: quasi nessuno lo conosce. Eppure…».
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DOVE: Kinodromo @ Europa Cinema, via Pietralata 55, Bologna
QUANDO: Martedì 5 novembre 2013, ore 21.00
COSTO: proiezione 4 euro per i possessori della nuova tessera Kinodromo, che costa 3 euro e si può fare direttamente al cinema.