DEUX VIEUX AMANTS di Alessandro Orlati (Recensione di Rosalba Corona)

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Alessandro Orlati nel suo cortometraggio, realizzato in presa diretta e post produzione audio, mostra il suo background culturale cinematografico di derivazione horror.

Deux vieux amants mette in scena un tema attualissimo come il femminicidio attraverso l’inserimento di immagini diegetiche, che associate costruiscono e suggeriscono di costruire allo spettatore il racconto filmico. Il gioco per accostamenti è usato anche con il titolo del corto e la scelta del brano musicale che riempie di malinconia le scene. Il delitto è narrato per immagini e ritmo sonoro, con la quasi totale assenza di dialoghi (l’unica frase pronunciata è “io mi fidavo di te”).

Il brano La chanson des vieux amants (Jacques Brel, 1967) fa da contrappunto alle immagini quasi splatter dei frammenti che  ricostruiscono l’omicidio stesso. Esso è mediato da un escamotage: è esplicitato attraverso un filmato dentro al filmato (metacinema) che dà un sapore più romantico e un distacco alla furia assassina, ben palesata invece nelle visioni e ossessioni del protagonista, in cui il regista faentino ci omaggia di immagini che rievocano l’ horror visivo anni ’70 di Mario Bava.

In un lasso di tempo brevissimo Deux vieux amants restituisce due vite, di cui nulla si sa e tanto si può immaginare, puntando sull’essenzialità, tralasciando, per esempio, il movente e mettendo l’accento sul fatto in se e per se.
La struttura narrativa si sviluppa mediante degli indizi (la pesca, l’ascia, il sangue rosso vivo) svelati e compresi nel finale, un finale tragico sospeso tra realtà e ossessione visiva.
Essenziale, diretto e conciso.

Rosalba Corona a proposito di DEUX VIEUX AMANTS di Alessandro Orlati (ITA, 9′, 2009)