Italy: Love it or Leave it!
Italy love it or leave it più che il titolo di un film sembra un mantra, una domanda perpetua che è ormai attuale da troppi anni; specialmente per una generazione di giovani, un po’ come Gustav e Luca, che certo non vanno incontro a vita facile in patria, circondati da mille difficoltà e tante brutture ed ingiustizie, e sono spesso tentati dal salto nel buio dell’oltre confine, dove non si sa che accadrà ma tanto peggio di qua non potrà essere, e allora forse tanto vale tentare l’avventura..
Un tale dubbio amletico viene portato a spasso per l’Italia a bordo di una 500 guidata dai nostri due registi in un viaggio fra gioie e soprattutto dolori e vergogne del Belpaese. Questo perchè Luca e Gustav sono stati sfrattati dalla loro casa a Roma e mentre Gustav vorrebbe cogliere l’occasione per trasferirsi a Berlino, Luca è dubbioso e non vuole lasciare l’Italia, che avrà tutte le sue pecche, ma è davvero unica ed insostituibile.
Il gioco delle parti fra i nostri due autori e protagonisti – l’altoatesino Gustav che parla tedesco, segue il codice della strada e pragmaticamente non vede una buona ragione per rimanere e il romano Luca che pensa che a Berlino faccia troppo freddo, che l’italiano sia un creativo, la segnaletica sia da interpretare e che l’Italia sia così piena di cose belle da permetterti di focalizzarti su di quelle per sopravvivere ed andare avanti – rallegra, fa sorridere, dona un che di surreale alla rovinosa odissea da nord a sud, fra la gita frivola alla villa di George Clooney per regalare una bella caffettiera Bialetti, proprio di ritorno dall’incontro con gli ex dipendenti dopo la chiusura, alla visita ad un imprenditore siciliano osteggiato da anni dalla mafia ed emarginato da stato e compaesani.
La leggerezza delle chiacchere ed i commenti di Gustav e Luca, che a volte toccano volutamente luoghi comuni ricorrenti, a volte esprimono con semplicità vere criticità della realtà italiana contemporanea, insieme all’allegra 500 che cambia colore, ed i disegni di animazione fanno da contraltare a tante realtà dure e assurde: chi non arriva a fine mese, chi vive e segue la realtà degli immigrati a Rosarno, chi vota Berlusconi, chi va in gita a Predappio, chi ha scelto di non andarsene nonostante tutto gli sia contro.
Allora questo film piccolo e indipendente presentato in anteprima al Milano Film Festival nel 2011 – dove vince il premio per il miglior lungometraggio ed anche il premio del pubblico – diventa momento di riflessione, senza retorica, specchio di una generazione che vi si ritrova e opera che dopo aver girato l’Italia durante la produzione, ha cominciato a girare il mondo, da Helsinki a Rio de Janeiro, dove forse anche altri si chiedono se l’Italia sia da amare o da scaricare…
Gaia Stella Sangiovanni